Chiedi al coach:
"Come faccio a giocare con un compagno di squadra che si comporta male?"

Coaching

Il norvegese Gjert Ingebrigtsen spiega a un giovane calciatore come evitare il bullo della squadra e metterlo davanti alle sue responsabilità.

Ultimo aggiornamento: [data]
Lettura di 6 min
Come affrontare i bulli secondo il coach Gjert Ingebrigtsen

Chiedi al coach è una rubrica di consigli per aiutarti a mantenere la massima concentrazione.

D:

Caro Coach,

nella mia squadra c'è un compagno che mi tratta malissimo. Non riesco a fare niente quando sono vicino a lui. La scorsa settimana ho segnato un gol e lui è venuto a rinfacciarmi il mio "egoismo" per non avergli passato la palla. Ma nella partita precedente, quando invece l'avevo servito, mi aveva urlato contro per non aver tirato io, attribuendomi una "mentalità debole". È come se cercasse di infondermi un atteggiamento vincente, ma il suo modo di comportarsi mi fa sentire una nullità. Non lo fa solo con me, è così con la maggior parte dei compagni, il che crea un'atmosfera negativa. Come faccio a scrollarmi di dosso le sue continue critiche per potermi concentrare sul gioco?


Criticato su ogni singola cosa

Calciatore di 17 anni

R:

Prima di tutto, mi dispiace che ti trovi in questa situazione. Vedere avvicinarsi qualcuno con un tono arrabbiato e la voce grossa fa davvero paura. Può creare un ciclo spiacevole: quando ogni mossa che fai viene attaccata, inizi ad aspettarti di essere attaccato. Pensi: se la passo, sbaglio. Se non la passo, sbaglio. E ti blocchi, per timore dell'inevitabile. E le tue prestazioni ne risentono.

Questo tipo di veleno può intossicare la cultura generale di una squadra. Ho notato che quando i giocatori subiscono episodi di bullismo, iniziano a compierne a loro volta. Si sviluppa una sorta di circolo vizioso, finché negatività e frustrazione diventano rapidamente la norma, influenzando le prestazioni di tutti.

Questo comportamento non può essere tollerato in nessuno sport. Come coach, credo che il modo in cui si trattano gli altri sia più importante di un trofeo o una medaglia. Va oltre il fatto di essere un bravo atleta. Si tratta di essere una brava persona. Ecco perché inizio ogni stagione spiegando a tutti il comportamento che mi aspetto e le conseguenze di un atteggiamento scorretto. Questo include il capocannoniere. E l'MVP. E, nel mio caso, i miei figli.

Sono diventato coach perché volevo allenare i miei figli, Henrik, Filip e Jakob. Oggi li alleno nel mezzofondo a livello professionistico, ma abbiamo iniziato con lo sci di fondo e il calcio.

Come affrontare i bulli secondo il coach Gjert Ingebrigtsen

I miei figli, non dirò chi di loro, sono stati occasionalmente dall'altro lato di questa situazione. Sono stati loro quelli arroganti, che parlavano in modo negativo ad altri atleti durante o dopo le gare o gli allenamenti. Ho dovuto farli uscire dal campo o dalla pista e dire: "Non si parla così agli altri. Puoi tornare là solo quando avrai cambiato atteggiamento". Il mio compito è evitare che nella squadra si radichino comportamenti scorretti, quindi non ho mai esitato a stabilire dei paletti con i miei figli.

Bisogna anche dire che il bullismo non è circoscritto agli atleti. Si trova nelle scuole, negli uffici e anche tra vicini di casa. Ma il livello di adrenalina che le persone hanno nel bel mezzo di una competizione sportiva aumenta le probabilità che una situazione vada fuori controllo.

Credo che il modo in cui si trattano gli altri sia più importante di un trofeo o una medaglia. Va oltre il fatto di essere un bravo atleta. Si tratta di essere una brava persona.

È simile all'aggressività che alcune persone mostrano quando sono ubriache. Dopo potrebbero pentirsi, magari scusarsi per il proprio comportamento. Forse non capiscono nemmeno perché hanno perso il controllo. La prossima volta che il tuo compagno ti attacca, cerca di tenere a mente questa cosa. Non perché tu debba scusare il suo comportamento, ma per ricordare che non è nulla di personale. Il problema è lui e la sua mancanza di controllo.

Questa comprensione da parte tua ti aiuta a mantenere una distanza mentale tra te e il tuo compagno di squadra, permettendoti di concentrarti sul gioco. E se non funziona? Prova a porre una certa distanza fisica tra di voi e allontanati la prossima volta che se la prende con te.

Come affrontare i bulli secondo il coach Gjert Ingebrigtsen

Naturalmente, queste sono soluzioni temporanee. È difficile che un bullo cambi comportamento se nessuno lo mette di fronte alle sue responsabilità. Non imparerà ad autocontrollarsi in stato di adrenalina finché qualcuno non lo aiuterà a capire il collegamento tra le sue azioni e il tempo di gioco perso (o una partita persa!).

Ecco perché è importantissimo che tu riferisca al tuo coach cosa sta succedendo. So che farsi avanti non è facile, ma è il tuo allenatore a dover parlare con questo compagno, non tu.

In primo luogo, perché cercare di affrontare il tuo compagno di squadra potrebbe metterti a rischio di ritorsioni. Secondo, perché il tuo coach ha due compiti da svolgere qui: deve fermare il bullismo che si sta verificando ora e prevenire quello che non si è ancora verificato.

Spero che il tuo coach colga questa opportunità per migliorare la situazione per te e, in definitiva, per tutta la squadra. Non avrà solo la possibilità di fermare un bullo, ma anche di creare una cultura in cui i compagni di squadra sanno sostenersi a vicenda e sanno di poter parlare apertamente quando qualcosa non va.

E tu potrai sentirti orgoglioso di aver contribuito alla creazione di questa cultura. Potresti anche notare che inizierai a segnare di più e che la squadra inizierà a vincere di più. Il bullo potrebbe alzarsi una mattina e capire che stava frenando la squadra. E se non lo capirà? Se non capirà l'importanza di trattare gli altri con rispetto? Beh, in questo caso, probabilmente non farà parte della squadra a lungo.


Coach Ingebrigtsen

Gjert Ingebrigtsen è un coach di atletica norvegese e allenatore dei suoi tre figli, Henrik, Filip e Jakob, atleti professionisti. Con una medaglia d'oro ciascuno nei 1500 metri piani ai campionati europei, questi ragazzi dominano la corsa di mezzofondo in Europa. Jakob ha vinto inoltre un oro olimpico nell'edizione 2020 nei 1500 metri piani, detiene l'oro europeo nei 5000 metri piani ed è il runner più giovane ad aver corso un miglio in meno di 4 minuti. Senza alcun background nel running, Gjert ha sviluppato una sua filosofia di coaching basata su un processo rigoroso e una costante verifica dei risultati. Nel 2018 è stato nominato coach sportivo norvegese dell'anno.

Invia un'e-mail a askthecoach@nike.com con una domanda su come migliorare il tuo approccio mentale nello sport e nel fitness.

Fotografia: Costantin Mirbach

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Data di pubblicazione originale: 14 settembre 2021