Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo

Atlete* e atleti*

Azusa Adachi ha imparato ad andare sullo skateboard a 29 anni. Oggi, grazie al suo progetto Skate Girls Snap, è considerata una fonte di ispirazione per la nuova generazione di skater.

Ultimo aggiornamento: [data]
Lettura di 7 min
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo

"Istantanee" è una serie che rende omaggio agli atleti non professionisti di tutto il mondo.

Andare sullo skateboard significa oltrepassare i propri limiti. E in Giappone, Paese caratterizzato da rigide norme di genere e con una scena skate emergente, i limiti da oltrepassare sono ancora molti per le donne. Anche se le skater giapponesi hanno collezionato diverse medaglie in occasione del debutto olimpico di questa disciplina, hanno ottenuto finora uno scarso riconoscimento da parte degli ambienti sportivi. Tuttavia, malgrado la poca visibilità ricevuta, le loro vittorie sono state un trampolino di lancio per tutto il mondo dello skate femminile

Azusa Adachi è tra le donne che sta rivoluzionando la community skate di Tokyo. E ne va fiera. Non c'è niente di più importante che fare ciò che si ama e per Azusa questo vuol dire andare sullo skateboard, fare fotografie e incontrare nuove persone. Il suo progetto, Skate Girls Snap, rappresenta l'unione di queste passioni. Si tratta di un sito Web di foto raffiguranti le skater incontrate in giro per Tokyo, con approfondimenti sulla community skate femminile del Giappone. Attraverso il suo progetto, si sta facendo portavoce di un messaggio inclusivo che mira a coinvolgere più persone possibili nella già variegata community skate di Tokyo. L'abbiamo incontrata per parlare di Skate Girls Snap, della scena skate giapponese e di come si sia appassionata a questo sport sulla soglia dei trent'anni.

Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo

Raccontami come hai iniziato.

Facevo spesso dei giri con la mia BMX al Parco Komazawa. Un giorno, una ragazza, con cui in seguito ho fatto amicizia, mi ha regalato una vecchia tavola ridotta in pessime condizioni. La scena BMX è prettamente maschile, e quando era il momento di fare acrobazie, avevo sempre la sensazione di non essere all'altezza perché donna. Nella scena skate, invece, c'erano parecchie ragazze ed è stato molto divertente esercitarsi con loro. La maggior parte delle persone inizia ad andare sullo skate durante l'adolescenza o verso i vent'anni, mentre io all'epoca ne avevo già 29. Nel mio ambiente, ci sono ragazze che cercano di diventare professioniste con l'aiuto dei loro genitori da quando sono piccole, così come ce ne sono altre che si allenano duramente in vista di gare. Ma non manca chi come me va sullo skate soltanto per divertirsi.

A prescindere dal livello di abilità, dall'età, dalla nazionalità o dal genere, diamo sempre il massimo. E quando scopriamo qualcosa di nuovo, siamo davvero felici. È questa la cosa più bella ed è ciò che mi ha fatto innamorare dello skate. A un certo punto della mia vita il lavoro d'ufficio non suscitava in me più alcuna attrattiva; mi sono resa conto che è meglio trascorrere il proprio tempo facendo ciò che ci piace e così mi sono messa in mente l'idea di passare più tempo possibile a divertirmi. Quindi, ho atteso il momento giusto e ho lasciato l'ufficio. Ora, a parte gli impegni da freelance, vado sullo skate quando voglio e nel tempo libero lavoro al progetto Skate Girls Snap.

Quindi, lo skateboard ti ha conquistata così tanto da spingerti ad abbandonare il tuo lavoro. Cosa ti affascina di questo sport?

È la sensazione di lavorare insieme a qualcuno in vista di un traguardo. Lo skateboard non è uno sport di squadra, ma è divertente praticarlo insieme agli altri. Quindi, una volta iniziato, gli ostacoli mentali come la paura di cadere o il fatto di non essere all'altezza conteranno meno di quanto pensiate. Allo skatepark in cui vado di solito, se qualcuno ha delle difficoltà, vado a parlarci anche se non lo conosco. E anche se siamo a diversi livelli, ci insegniamo i trick a vicenda. Chi va allo skatepark, ci va per divertirsi e questa motivazione comune lo rende ancora più piacevole.

Andare sullo skate era in origine un modo per divertirsi nello spazio urbano. Si trattava di una forma di gioco incredibile che sfruttava i diversi punti della città, le scale e i rail. Ecco perché alcune persone che fanno skate ritengono che lo skateboard non sia uno sport emergente o una questione di gare. Si tratta di una tipologia di gioco davvero spontanea che riunisce la città e i suoi abitanti.

1/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
2/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
3/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
1/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
2/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo
3/3
Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo

Fotografie di Azusa prese dalla sito Skate Girls Snap

Al tuo progetto, Skate Girls Snap, partecipa un'ampia rosa di skater donne. Come è nata l'iniziativa?

Le donne di tutto il mondo hanno da sempre creato un certo tipo di cultura attraverso lo skateboard, sia che si tratti di musica o fotografia. In Giappone non vedevo nulla di tutto ciò e pensavo che fosse un peccato. Lavoravo già con la fotografia e nel settore cinematografico, quindi ho pensato: "Visto che nessuno lo fa, perché non provarci?" Così ho iniziato a fotografare ragazze che andavano sullo skateboard e ho ricevuto una risposta molto positiva da parte di tutti. Da lì ho creato un sito Web in cui raccogliere le foto delle skater che avevo incontrato.

Lo skateboard fa emergere la nostra personalità: il modo in cui stiamo sulla tavola, l'abbigliamento e persino il taglio di capelli. È tutto diverso a seconda della persona. Adoro le ragazze che esprimono la propria personalità attraverso lo skate, e quindi il mio obiettivo era quello di creare uno spazio in cui mostrare molto più che semplici fotografie. Volevo far vedere le loro passioni, i loro abiti, i loro skate e il loro stile sulla tavola. Volevo che le ragazze fossero consapevoli di non dover aderire allo stereotipo delle skater (ad esempio, il concetto che tutte le skater debbano vestirsi in un certo modo) imposto da altre persone. Le ragazze possono vestirsi come vogliono, scegliere la tavola che vogliono e fare skate come vogliono.

L'ambiente dello skateboard è ancora dominato dagli uomini, ma la scena skate femminile in Giappone può dare vita a qualcosa di nuovo e unico. Spero che Skate Girls Snap possa essere un esempio.

Puoi parlarci del tuo posto preferito nella scena skate di Tokyo e di chi hai incontrato lì?

Adoro il Parco Komazawa, perché nonostante sia vicino a Shibuya e sia ben attrezzato, è gratuito. Puoi trovarci tanta gente diversa: bambini, adulti, celebrità, persone che fanno i lavori più disparati o di varia nazionalità. Tokyo è una città dove puoi incontrare persone creative e piene di energia: skater eccezionali provenienti da ogni parte del mondo o persone che hanno lasciato le aree rurali e stanno creando una loro cultura.

Penso che, soprattutto nel futuro, i giovani daranno vita a numerosi progetti interessanti. Ad esempio, la mia amica Sara, una skater di 20 anni, ha creato la rivista online SP8CE magazine. Intervista persone conosciute grazie allo skate e racconta le loro storie. È raro che le donne in Giappone facciano cose di questo tipo, quindi credo che sia davvero importante.

Ti presentiamo l'ambasciatrice della cultura skate di Tokyo

Infine, quali sono i tuoi obiettivi futuri riguardo allo skateboard?

La vita è breve, quindi voglio trascorrere più tempo possibile divertendomi. Skate Girls Snap e lo skateboard sono cose che faccio per passione, non perché qualcuno mi ha detto di farle. Nessuno mi costringe a trasmettere certi messaggi, il mio è un impegno spontaneo. Riesco a fare quello che faccio perché è parte di me e il fatto che stia aiutando altre persone mi rende particolarmente felice.

Detto questo, il mio obiettivo futuro è molto semplice: divertirmi con lo skate. Non voglio andarci né per dovere, né per soldi o per lavoro. Se riesco a restare fedele a me stessa e a continuare a fare skate con tutti, avrò raggiunto il mio scopo.

Fotografia: 217…NINA
Testo: Aya Apton
Video: Karen Masumoto

Data di pubblicazione originale: 28 settembre 2021

Storie correlate

Perché e come accogliere l'incertezza secondo gli esperti di psicologia

Coaching

Usa l'incertezza a tuo vantaggio

Sei abitudini per una mentalità da atleta

Coaching

Mentalità vincente contro l'insicurezza

Come migliorare la cura di sé

Coaching

Soluzioni pratiche per la cura di sé

Come porre fine al revenge bedtime procrastination, secondo gli esperti del sonno

Coaching

Smetti di andare a letto tardi

Dietro ad alcuni runner ipovedenti ci sono i pacer

Atlete* e atleti*

Una storia di running che inizia con una corda