Chiedi al Coach: "Come posso tenere a bada i miei genitori?"

Coaching

Quando l’entusiasmo dei genitori fa da freno a una giovane runner, Patrick Sang, allenatore di Eliud Kipchoge, viene in aiuto a tutta la famiglia.

Ultimo aggiornamento: [data]
Lettura di 6 min
Come tenere a bada i genitori assillanti secondo il coach Patrick Sang

Chiedi al coach è una rubrica di consigli per aiutarti a mantenere la massima concentrazione.

D:

Ciao coach,

mio papà ha giocato a football al college finché non si è infortunato. Mia mamma è cresciuta giocando a tennis e se avesse potuto ne avrebbe fatto una carriera. Da quando sono riuscita a entrare nella squadra di atletica della scuola, non fanno altro che spingermi a dare il meglio, come se potessi realizzare i loro sogni infranti. Mi sono appassionata alla corsa su pista perché l'ho sentita come una cosa mia. Ora invece mi sembra di correre per loro. Come posso riprendere il controllo del mio sport e ignorare la pressione per ritrovare la gioia di correre?

Troppa pressione, poco divertimento nello sport
Velocista di 17 anni

R:

Sei già a metà strada, anche se a te non sembra al momento.

Anch'io sono stato messo sotto pressione quando ho iniziato a correre per la University of Texas di Austin. In genere, l'head coach reclutava la nuova classe di runner in base alle loro statistiche, quindi la prima volta che ci siamo ritrovati faccia a faccia con lui, ci ha fatto domande su di noi e sul nostro trascorso atletico. Man mano che ci passava in rassegna, vedevo aumentare sempre più il suo disappunto per il nostro livello di esperienza. Aveva così tante aspettative e noi non ne eravamo all'altezza. Era furioso, glielo leggevo negli occhi. È stata davvero una sensazione terribile.

Col tempo, ho capito che il coach si sentiva sotto pressione perché doveva mettere insieme una squadra vincente, pressione che di riflesso trasmetteva a noi. Riuscire a comprendere quello che stava passando mi ha aiutato a separare la sua ansia dalla mia e mi ha insegnato a parlargli con empatia invece che con rabbia. Di lì a poco avremmo sostenuto alcune prove a tempo ed è allora che sono riuscito a fargli vedere di che pasta ero fatto. Devo ammettere che è stata una gran bella soddisfazione dimostrargli quanto si sbagliasse, ma non ci sarei riuscito senza prima comprendere il suo punto di vista.

Per questo ti dico che sei a metà strada. Ci hai già messo del tuo per capire perché i tuoi genitori si comportano in questo modo. Per tua stessa ammissione, stanno cercando di rivivere i loro sogni attraverso di te. Sai bene che le tue prestazioni atletiche non c'entrano, ma i loro rimpianti sì. Questo ti permette di partire in vantaggio nell'affrontare la tua sfida. E ora ti racconto un'altra storia che può aiutarti con il resto…

Quando ho iniziato a correre in pista negli anni Ottanta, il running viveva un periodo di grandi cambiamenti nel mio paese d'origine, il Kenya. La gente iniziava a vedere questo sport come un'occasione per trovare un lavoro, ottenere una borsa di studio o persino per andare negli Stati Uniti. Ho iniziato a vedere che i coniugi e i familiari dei runner li consideravano una fonte di reddito. Dovevano rendere, e non necessariamente in termini di prestazioni, ma di risorse. Sottoporre gli atleti a una pressione di questo tipo equivale a farli correre con un peso sulla schiena, che quasi sempre li rallenta.

A volte la soluzione non è escludere la famiglia, ma renderla partecipe, condividendo la tua esperienza e la tua passione.

Come tenere a bada i genitori assillanti secondo il coach Patrick Sang

Spesso i genitori pensano che stare addosso ai figli li abitui a raggiungere i loro obiettivi, qualunque essi siano. Che ai runner basti impegnarsi un po' di più il giorno della gara. Non sempre riescono a vedere che il lavoro vero sta nelle ore e ore di allenamento e preparazione, che la spinta più forte viene da dentro.

Hai detto che anche i tuoi sono stati degli atleti, eppure sembra non ricordino l'impegno quotidiano, il sacrificio e la fatica richiesti da ogni sport. Credo che dovresti invitarli ad assistere agli allenamenti. Lascia che ti vedano fare riscaldamento e stretching, e scattare dai blocchi di partenza più e più volte. Lascia che ti vedano lavorare su andatura, postura e resistenza mentale. Quando capiranno cosa comporta davvero il tuo sport, forse realizzeranno che ce la stai già mettendo tutta ogni giorno. Potrebbero riuscire a liberarsi dall'ansia e dire: "Ce la puoi fare!".

A volte la soluzione non è escludere la famiglia, ma renderla partecipe, condividendo la tua esperienza e la tua passione.

Se questo non bastasse a fargli allentare la presa, allora dovrai parlarci. Fagli capire che i loro commenti ti distraggono invece di motivarti, ma anche quanto ami il tuo sport, proprio com'era per loro in passato. Ti ci vorrà un po' di coraggio, ma ne varrà la pena.

Se in questo momento i tuoi genitori fossero qui con me, gli direi che sono fortunati ad avere una figlia che ama veramente il suo sport. Gli direi che il tuo amore per la corsa va protetto, celebrato e sostenuto, non imposto fino ad esaurirti. E gli direi che quello che stanno facendo ora non gli farà ottenere ciò che vogliono, che per alimentare la fiamma che arde in te serve aria.

Infine, vorrei dire a tutti e tre che condividete lo stesso obiettivo. Sia tu che i tuoi genitori ambite a sviluppare il tuo pieno potenziale. Se riuscirai a fargli capire che la chiave per raggiungere l'obiettivo è il supporto e non la pressione, sono certo che tornerai a divertirti con la corsa. E anche i tuoi genitori potrebbero divertirsi un po' di più, ma dalla giusta distanza.

Coach Sang

Patrick Sang è un coach di running ed ex runner keniota. Da quando è diventato il coach di Eliud Kipchoge nel 2002, Sang ha aiutato il campione a vincere una medaglia d’oro olimpica, a stabilire il record mondiale della maratona e a diventare il primo uomo a correre una maratona in meno di due ore. Sang, da runner di livello internazionale per il Kenya, ha vinto medaglie d'argento ai campionati mondiali di atletica del 1991, ai giochi olimpici del 1992 e ai campionati mondiali di atletica del 1993 nella 3000 metri siepi. Da studente ha gareggiato per la University of Texas di Austin, stabilendo il record della scuola dei 3000 metri siepi.

Invia un'e-mail a askthecoach@nike.com con una domanda su come migliorare il tuo approccio mentale nello sport e nel fitness.

Fotografie: Kyle Weeks

Come tenere a bada i genitori assillanti secondo il coach Patrick Sang

Vai oltre

Per ulteriori consigli degli esperti su mentalità, allenamento, alimentazione, recupero e sonno, consulta l'app Nike Training Club.

Vai oltre

Per ulteriori consigli degli esperti su mentalità, allenamento, alimentazione, recupero e sonno, consulta l'app Nike Training Club.

Data di pubblicazione originale: 22 giugno 2021

Storie correlate

Come affrontare la sindrome dell'impostore secondo la coach Courtney Banghart

Coaching

Chiedi al coach: Come mi convinco di valere?

Come costruire una mentalità di squadra secondo il coach Patrick Sang

Coaching

Chiedi al coach: "Come acquisisco una mentalità da team?"

Come superare l'ansia da prestazione secondo il coach Patrick Sang

Coaching

Chiedi al coach: "Come elimino l'ansia sulla linea di partenza?"

Come (ri)iniziare una routine di benessere

Coaching

Riprendi il tuo percorso e insegui i tuoi obiettivi

Come affrontare l'esclusione secondo la coach Courtney Banghart

Coaching

Chiedi al coach: "Cosa faccio se la mia squadra mi esclude?"