Faccia a faccia: Napheesa Collier x Sylvia Fowles

Atlete* e atleti*

Sul campo e fuori, due stelle del basket creano un legame tra generazioni.

Ultimo aggiornamento: [data]
Lettura di 21 min
Faccia a faccia: Napheesa Collier e Sylvia Fowles

Faccia a faccia è una serie che presenta conversazioni improvvisate tra atleti e atlete di élite Nike.

La cosa più sorprendente su Sylvia Fowles e Napheesa Collier non è che due cestiste di due generazioni diverse si siano ritrovate nella stessa squadra WNBA, le Minnesota Lynx. La sette volte All-Star WNBA, due volte campionessa, MVP 2017 e medaglia d'oro olimpica (Fowles) e la Rookie of the Year WNBA 2019, due volte All-Star e ora medaglia d'oro olimpica (Collier) hanno guidato con successo la squadra, trovando un equilibrio unico che mette in mostra la vasta esperienza di Fowles e l'incredibile talento per il basket di Collier. Le loro vittorie in campo, tuttavia, sono rese possibili dal loro grande legame, iniziato quando Fowles ha fatto da mentore a Collier durante il primo camp di allenamento di quest'ultima. Ciò che davvero sorprende di Fowles e Collier è la loro amicizia stretta e genuina, che emerge nel tono scherzoso che ha scandito questa conversazione.

Di recente, hanno avuto l'opportunità di mostrare il loro legame dentro e fuori dal campo su un palcoscenico molto più grande, come atlete del Team USA ai giochi estivi. Qui, poco prima dell'inizio dei giochi e di alcuni risultati davvero incredibili per entrambe le cestiste, hanno parlato dello stato del basket femminile nel suo complesso e di cosa significava per loro rappresentare insieme il loro paese.

Qual è il vostro primo ricordo di un allenamento o una partita insieme, presumibilmente dopo che Napheesa è stata scelta nel draft dalle Lynx nel 2019?

NC: Onestamente, non ricordo il primo allenamento, è tutto molto vago. Mi sembrava che tutto stesse accadendo alla velocità della luce: dalle Final Four all'essere scelta nel draft, all'arrivo in Minnesota... E due settimane dopo, avevo una partita.

Ma ricordo la sensazione che ho provato quando ho incontrato Syl e la squadra, il loro calore. Mi hanno fatto sentire subito a casa ed è una cosa che ho apprezzato molto più di quanto possa spiegare a parole. Perché fa paura! Sei stata scelta, sei con la nuova squadra, giochi accanto a una leggenda come Sylvia Fowles. Ti senti intimidita. E il fatto che lei mi abbia presa sotto la sua ala, dicendomi subito che sarei potuta andare andare da lei se avessi avuto bisogno di qualcosa o se avessi avuto domande, è stato incredibile. Grazie, mamma Syl!

SF: Napheesa pensava di star andando così male durante il camp e che sarebbe stata tagliata fuori. E io ho reagito tipo: "Che cosa?!"

NC: Pensavo che non avrei giocato.

SF: [Napheesa diceva:] "Non arriverò mai in prima squadra". E io rispondevo: "Che dici? Stai andando bene". [Napheesa diceva:] "Non sto facendo abbastanza". Era chiaro che Napheesa sarebbe stata una grande giocatrice, perché al camp aveva fatto un'ottima prova. Tuttavia non credeva in se stessa, non pensava che sarebbe arrivata in prima squadra. È pazzesco.

NC: È stato un camp di allenamento molto duro.

Faccia a faccia: Napheesa Collier e Sylvia Fowles

Immagino che ci sia stato un momento in cui ti sei resa conto di avercela fatta. Ricordi la prima volta che sei andata a chiedere consiglio a Sylvia?

NC: Durante la prima settimana di allenamento, Coach Reeve spiegava gli schemi di gioco e, te lo giuro, ne avrà infilati 15 in una giornata. E io pensavo: "Come diavolo faccio a ricordarmi 15 schemi, e tutte le altre soluzioni?". A quel punto mi sono rivolta a Sylvia Fowles. Riuniva la squadra prima dell'allenamento per ripassare le giocate in modo che ci sentissimo più sicure. Ed è stato utilissimo perché abbiamo un playbook, ma io sono una persona che impara più con la pratica che con la teoria. Quindi è stato bello andare da lei a chiederle aiuto, e lei mi ha risposto: "Conta su di me".

SF: Cheryl ha standard elevati e ti mette a disagio, il che è una buona cosa, perché poi in partita è tutto più facile. Quindi, quando le guardie mi passano, so che posso contare su Napheesa.

NC: No, penso che i ruoli siano invertiti. Quando una guardia mi passa, le dico: "Sylvia, puoi occuparti un attimo di quel blocco per me? Sono dietro di lei, non riesco a superarla".

SF: Sono qui per te.

Trovandovi in fasi così diverse delle rispettive carriere, su cosa lavorate di più individualmente a questo punto? Cosa cercate di migliorare?

NC: Io i tiri da tre. Voglio migliorarli.

SF : Na-tre-sa. [Ride] Per me, penso che sia una combinazione di cose diverse. Non sento più di avere qualcosa da dimostrare. Penso che la sfida più grande per me sia rimanere in salute e fedele a me stessa, senza perdere di vista chi sono e il contributo che posso dare.

"Quello che rispetto delle giovani generazioni è che sanno come affermarsi, ma parlano anche apertamente. Non accettano di sentirsi dire che non sono abbastanza brave."

Sylvia Fowles

Sylvia, ovviamente hai una resistenza straordinaria perché domini ancora nella tua quattordicesima stagione WNBA! Che cosa pensi ti abbia aiutato a rimanere sulla scena e a giocare in modo così continuo ed efficiente?

NC: Le ho chiesto esattamente la stessa cosa circa tre giorni fa.

SF: Mi ci sono voluti due anni per mettere su 4,5 chili... Faccio fatica a prendere peso.

NC: È un vero problema [ride].

SF: Ma l'anno scorso, quando mi sono fatta male, mi sono resa conto di essere al mio peso massimo. Le mie gambe portano già molto peso, e aggiungere quei chili non ha fatto bene alle mie articolazioni. Quindi, ci sono cose che quest'anno faccio diversamente rispetto all'anno scorso. Il pilates mi ha aiutato molto. Non mangio in modo particolarmente sano, ma faccio attenzione alla mia alimentazione.

NC: Sì, i tuoi geni straordinari. "Posso davvero mangiare ciò che voglio, sono… geneticamente fortunata".

SF: Vedi con cosa ho a che fare? Anche andare in bicicletta mi ha aiutato molto: qualsiasi cosa che tolga peso dalle articolazioni è un successo per me.

NC: Stavo cercando aiuto e la risposta che mi ha dato è stata: "Sono geneticamente fortunata". [Ride]

SF: Mi ha chiesto cosa ho fatto finora per mantenere il mio corpo in forma e le ho detto che non ho iniziato ad avere dolori fino a quest'anno. Questo è il primo anno in cui mi sento…

NC: Sì, e che anno è, il quattordicesimo? Questo non mi aiuta, Sylvia.

SF: Mi dispiace, ma mi ci sono voluti 14 anni per avvertire effettivamente il dolore. Mi dispiace, non posso farci niente!

Visto che sei una delle migliori, Sylvia, come pensi sia cambiato nello specifico il gioco in post tra i tuoi inizi e l'arrivo di Napheesa nel campionato?

SF: Quando ho iniziato io, c'erano molte giocatrici "back-to-back", ad eccezione di Tina Thompson o Lauren Jackson, che potevano andare oltre l'arco. Quindi era molto più facile cercare di difendere. Oggi tutte vogliono andare oltre la linea dei tre punti, quindi bisogna lavorare sulla difesa e muovere i piedi, perché non si è più così vicine al canestro. È stato il cambiamento più significativo, non avere vere e proprie giocatrici di post.

NC: Ci si sta muovendo sempre più verso un basket senza posizioni. Ci sono giocatrici di 2 metri che fanno due triple a partita e questo non si vedeva quando Syl ha iniziato a giocare. Forse non lo sai, ma Sylvia evita i tiri da tre, non so da quando. Non era così agli inizi.

SF: Sì, è vero. Cheryl mi ha dato il permesso di tirare, ma rifiuto di farlo. Preferisco limitarmi a quello che so fare meglio. Vado bene sotto il canestro, quindi continuo così.

NC: Sylvia non lo sa, ma ne abbiamo parlato, ci stiamo lavorando. Cercheremo di fargliene tirare uno quest'anno.

SF: Ho una percentuale di successo del 100% dalla linea da tre, non voglio rovinarla. Ne ho messo dentro uno a Chicago. Quattordici anni, uno su uno. Non venite a rovinarmi le statistiche. [Ride]

Faccia a faccia: Napheesa Collier e Sylvia Fowles

Che cosa pensate stia portando la nuova generazione di cestiste? Cosa vi sorprende del loro modo di giocare?

NC: Sono uscita dalle superiori meno di 10 anni fa, ma a quei tempi non si vedeva ancora quello che sono in grado di fare oggi. Arike [Ogunbowale] è quel tipo di cestista. I suoi movimenti mi sono sempre sembrati incredibili. Ma ora vedi chiunque muoversi così alle superiori. Hanno grandissime capacità, perfezionano il loro gioco, e non si tratta solo di capacità atletiche.

SF: Penso che stiamo vedendo un assaggio di ciò che potrebbe essere la WNBA tra un paio d'anni, proprio come ha detto Phee in relazione al livello di talento espresso dalle cestiste delle scuole superiori, ma anche la rapidità. Saltano più in alto, si muovono più velocemente.

NC: Le schiacciate! Tutte schiacciano ora.

SF: Sì! Quando eravamo alle superiori, solo io e Candace [Parker] facevamo le schiacciate. Ma nei prossimi cinque anni nel campionato, vedremo sicuramente molte altre ragazze schiacciare. È impressionante! Napheesa mi chiede di schiacciare a ogni partita. Innanzitutto, è troppo dispendioso. E ho tre persone attaccate a me, a volte non ho neanche l'energia per saltare.

NC: Fallo come primo tiro della partita, allora, quando sei fresca.

SF: Sei egoista. Vedi con chi ho a che fare? Pensa solo a se stessa. [Ride] Ma ci sono molte più giovani talentuose e atletiche che cambieranno le regole nei prossimi cinque anni. Non credo che le 144 presenze da titolare saranno sufficienti per arginare tutto il talento in arrivo. Non vedo l'ora di sedermi a guardare, perché non ho intenzione di subire le schiacciate di nessuno.

Dove sperate di vedere la WNBA tra 10 anni?

SF: Spero che abbia almeno 10 squadre in più tra 10 anni. Abbiamo bisogno di più squadre. C'è così tanto talento là fuori e voglio che tutte possano avere la possibilità di mettersi in mostra.

Questa è una domanda piuttosto ad ampio raggio, ma cosa si impara dal dover gestire le partite internazionali e quelle della WNBA? Come si mantiene l'equilibrio?

NC: Penso che le persone non si rendano conto di quanto è lunga una stagione. Iniziamo il camp di allenamento WNBA ad aprile e continuiamo almeno fino a settembre per la stagione regolare. Se passi ai playoff, giochi fino a ottobre. Hai 10 giorni di pausa, al massimo, e solo se sei una buona giocatrice. Ti danno 10 giorni di vacanza prima di dover raggiungere la tua squadra [oltreoceano] e la stagione dura fino all'aprile successivo, e potresti arrivare tardi al camp di allenamento WNBA se la tua squadra internazionale sta ancora giocando. Hai meno di tre settimane di riposo in 365 giorni. È incredibile. Non credo che le persone capiscano quanto è logorante per il corpo, anno dopo anno.

SF: Sì, anche l'aspetto mentale. Ho giocato tutto l'anno come un automa per circa 10 o 11 anni, e durante la prima pausa che ho avuto a casa — penso che non dovessi presentarmi fino a dopo Natale — sapevo che non sarei più andata all'estero. Ero a un punto in cui ho detto: "No". Non credo che la gente capisca i sacrifici che devi fare.

Entrambe avete parlato apertamente di giustizia sociale e dell'importanza di combattere le disuguaglianze attraverso la WNBA e all'esterno. Come volete che questo lavoro si rifletta nel vostro gioco con la nazionale statunitense?

SF: Il tuo gioco deve parlare da solo. Penso che, quando vinci e ricevi l'attenzione di cui hai bisogno, quelli siano i momenti importanti per parlare delle cose che stanno accadendo all'interno della nostra comunità, società, e città.

NC: Tutti amano ascoltare la tua voce quando vinci, quindi è un aspetto importante. Stiamo giocando per il nostro paese, quindi penso che avrebbe un grande impatto parlare del fatto che amiamo il nostro paese, ma che non è perfetto e ci sono cose che vogliamo che cambino. Penso che sarebbe una buona opportunità per parlare di queste cose.

Faccia a faccia: Napheesa Collier e Sylvia Fowles

Napheesa, hai parlato di alcuni problemi di giustizia sociale nel tuo podcast con A'ja Wilson, "Tea with A & Phee", giusto? E Sylvia, hai partecipato a vari panel sulla giustizia sociale e sulla lotta per l'uguaglianza. Cosa sperate che gli ascoltatori possano trarre dalle vostre conversazioni?

NC: L'obiettivo del podcast per noi era permettere alle persone di sbirciare nella nostra vita, perché ci siamo rese conto che, anche se per noi è solo un giorno come un altro, potrebbe essere sorprendente per altre persone. Perciò parliamo di come vediamo il campionato ora e di come è diverso per noi in quanto nuove arrivate rispetto a ciò che vedevamo crescendo. E c'è un riferimento al tè nel nome, quindi cerco sempre di infilarci un po' di gossip.

SF: Quello che rispetto delle giovani generazioni è che sanno come affermarsi, ma parlano anche apertamente. Non accettano di sentirsi dire che non sono abbastanza brave. Fanno sentire la loro voce e dicono: "Abbiamo talento. Sappiamo di avere talento, quindi faremo in modo di attirare la tua attenzione".

NC: Non è più solo "zitta e palleggia". Penso che i social media abbiano aiutato molto: le persone possono parlare di ciò in cui credono. Avrete notato la differenza l'anno scorso, quando ci siamo presentate come gruppo unito; le cose che siamo riuscite a realizzare sono state semplicemente straordinarie.

Da dove si inizia quando bisogna unire giocatrici di tutte le età e livelli di esperienza in una squadra nazionale all-star in un periodo di tempo relativamente breve?

SF: Ci sono i trial per imparare a conoscersi. Ma l'attenzione è altissima quando arrivi in nazionale, perché non vuoi deludere nessuno. Puntiamo soprattutto a vincere. C'è una certa pressione, perché devi dare il meglio di te. Una volta che siamo insieme, non si tratta più del singolo individuo: pensiamo alla squadra e a come vincere quella medaglia d'oro.

NC: Nel campionato, ci sono star in ogni squadra. Sai che andranno a segno più delle altre e faranno di tutto. Ma con la nazionale, non conta chi è la giocatrice migliore, o pensare di aver tirato bene. Le domande da farsi sono: "È la cosa migliore per la squadra? Questo ci aiuterà a vincere come squadra?" Il team della nazionale fa un ottimo lavoro nel comunicarcelo, e le giocatrici fanno un ottimo lavoro nel riconoscerlo e sapere che non si tratta di "se stesse": siamo lì per vincere una medaglia d'oro per noi, per gli Stati Uniti, per la nostra squadra.

Che cosa significherebbe una medaglia d'oro, o un'altra medaglia d'oro, in questa fase della vostra carriera?

SF: Tutto. Voglio dire, è divertente, perché quando ci penso adesso, non mi sarei mai immaginata di arrivare a far parte della nazionale. Sapevo solo di dover lavorare sodo e che, se avessi lavorato sodo, le cose in un modo o nell'altro avrebbero funzionato. Ora sono molto più concentrata. La sfida per me è entrare in quello spazio e capire che non è uno scherzo e che dovrò lavorare sodo per questo. Vincere questa medaglia d'oro significherebbe tanto quanto ha significato la prima.

NC: Come ha detto Syl, tutto. Da che mi ricordi ho sempre seguito le competizioni. Essere in squadra è un onore e un privilegio. Sono super entusiasta anche solo per quello. Quindi, vincere l'oro sarebbe davvero un sogno che si avvera. Sarebbe fantastico, un obiettivo così enorme che volevo per me stessa. Una medaglia d'oro sarebbe semplicemente incredibile.

SF: La ciliegina sulla torta.

NC: La ciliegina sulla torta.

Illustrazioni: Alexis Eke

Data di pubblicazione originale: 9 novembre 2021

Storie correlate

Un'intervista con Madison Keys e Sloane Stephens

Atlete* e atleti*

Faccia a faccia: Sloane Stephens x Madison Keys

Renee Montgomery: azioni che diventano movimenti

Atlete* e atleti*

Renee Montgomery: le azioni che diventano movimenti

Faccia a faccia: Fran Kirby e Jordan Henderson

Atlete* e atleti*

Faccia a faccia: Fran Kirby x Jordan Henderson

Ti presentiamo Lamine Conté: il nuovo regista dello streetball parigino

Atleti*

Un filmmaker in campo: lo streetball a Parigi

Come Jordin Canada e Jrue Holiday hanno lottato per la giustizia mentre vivevano in una bolla

Atlete* e atleti*

Faccia a faccia: Jordin Canada x Jrue Holiday